Frammenti di Storia

1130 – Le Origini del Nome : S. Maria di Non

la navata di TessaraIl toponimo NON “ad Nonum ab urbe Patavio lapídem in via romana Patavium” (valle del Brenta) sia da solo, che come specificazione della sua Chiesa di S. Maria, compare la prima volta nei documenti storici insieme con la “villa Taxare” con cui farà presto vita comune, in una investitura fatta il 18 giugno 1130 dal vescovo di Padova S. Bellino di beni esistenti : ” in fundo territorio et confinio sancte Marie de NOM… in fundo et territorio et confinio ville de NON, in fundo et territorio et confinio ville Texare.” Le due località avevano chiese, benefici e sacerdoti propri. Di fatto la decima papale del 1297 elenca separatamente, “tra le plebe di S. María di Curtarolo l’ecclesia S. Egidii de Tessara, retta dal prete Rolando, coadiuvato dal prete Alberto e l’ecclesia S. Maria de Nono, retta dal prete Morando coadiuvato dal chierico Giovanni.” In un frammento di decima di poco posteriore o anteriore, si può notare che i nomi sono gli stessi ad eccezione del chierico Bartolomeo Cleregagio invece di chierico Giovanni, il rettore di S. Egidio di Tessara (Taxara) pagò 32 soldi per la seconda rata e il rettore di S. Maria di Non 35. Invece non pagarono la prima rata ed erano stati o saranno dispensati dal pagamento delle due rate della decima del 1297. Evidentemente le due chiese non navigavano nell’abbondanza, esposte com’erano alle inondazioni del Brenta e del Piovego e questo spiega anche come già nella prima visita pastorale il 10 giugno 1437 la chiesa di S. Maria di Non abbia in affitto quella di Tessara, anche se questa continuava avere un sacerdote. In seguito S. Egidio finì per diventare chiesa campestre di S. Maria di Non, che ne assorbì beneficio e territorio e da allora le due ville Non e Tessara saranno ufficialmente chiamate “S. Maria di Non dal nome della parrocchia”.Il primo documento che ci ricorda tale località, risale al 1130, nel quale anno, S Bellino (vescovo di Padova) investì a titolo di feudo i coniugi Gualberto e Palma ed i loro figli, di alcuni beni siti in “VillaTaxara”. Secondo l’illustre prof. Olivieri il nome di Taxara, successivamente modificata in Tessara, deriva da taxus = tasso, albero della classe delle gimnosperme, forse per la grande quantità di tali piante che esistevano in questo territorio, che con quello di tutto l’alto padovano, era coperto di boschi e di paludi (vedi la palù di Onara ed il bosco di Arsego). Anche di Tessara, come del resto di Non, non è possibile, causa la scarsezza e l’aridità dei documenti dell’epoca, conoscere la data in cui fu iniziata la costruzione della chiesa, avente per titolare fin dall’origine Sant’Egidio, abate benedettino, morto il 1 settembre 720. Si vuole, che questa chiesetta, sia l’avanzo di un monastero che ivi esisteva già nel secolo XIII° e che fu forse distrutto dal tiranno Ezzelino da Romano, nemico spietato della religione. Per quante ricerche siano state fatte non si è potuto rintracciare documenti che trattino di ciò. E’ però certo che in seguito al mutato corso del Brenta, giunto a pochi metri dalla chiesa, si rinvennero nel terreno franato grande quantità di materiali da costruzione che dimostrano essere ivi esistita una grande fabbrica che aveva al centro un pozzo.

1288 : Il primo Documento scritto

Dell’esistenza della chiesa di S. Maria di Non si trova menzione, per la prima volta, in un documento del 1288.

1340 – La solenne consacrazione, il giorno 2 Febbraio 

il santuario vecchio

Nella relazione della visita pastorale del vescovo Ormaneto troviamo scritto che “la chiesa di S. Maria di Non è stata consacrata, il giorno 2 febbraio 1340”
In altro documento troviamo scritto: “La vecchia, piccola e disadorna chiesa Parrocchiale di S. Maria di Non, che esisteva sull’area dell’attuale, venne costruita dai frati Francescani, che avevano un convento nei dintorni, forse dove trovasi attualmente quel fabbricato mano- messo (chiamato volgarmente Vaticano) ed ora abban-donato e cadente.”
“Occorre evidenziare a questo punto, la presenza in quel tempo anche nelle nostre contrade di frati dell’Ordine di S. Francesco: si hanno i ricordi nell’attuale Oratorio di S. Francesco del secolo XIII, in Curtarolo; inoltre, va ricordato che allora, solo da pochi anni (1223), vi era stata l’approvazione della Regola Francescana da parte del papa Onorio III ed i Francescani avevano sostituito nell’opera di assistenza e carità i benedettini.” La nostra chiesa, allora, era senza presbiterio, con un altare solo in onore di San Francesco d’Assisi, costruito in mattoni che col tempo, diventando inservibile, venne demolito, fu conservata però la statua del santo.


1443 – Un grande privilegio !
Notizia di grande importanza, emersa da ricerche storiche aggiornate : “Alla Chiesa di S. Maria di Non (probabilmente il Santuario attuale n.d.r.) il Papa Giulio II° nell’anno di grazia 1443, accordò il privilegio del Perdon d’Assisi e tutte le popolazioni dei paesi vicini vi accorrevano in gran numero il 2 Agosto di ogni anno; il privilegio fu in seguito sospeso ma nuovamente ottenuto dal Parroco Don Lorenzo Scotòn”

1506 – 1805 : Le varie traversie nel corso dei secoli
Con bolla del 10 maggio 1506 il Papa Giulio II° unì la chiesa di S. Maria di Non al monastero delle Benedettine della Giudecca di Venezia. “Quelle monache – dice G. Bertazzi (nell’opera”Stato della diocesi di Padova”) nel 1698 ne eleggevano il curato, ch’era approvato dall’ Ordinario “ad annum” e doveva provvedere al suo mantenimento. Così fu, fino alla soppres- sione del monastero nel 1805, quando la Chiesa di S. Maria di Non divenne di patronato regio.”

DALL’ARCHIVIO PARROCCHIALE

i Nomi che hanno scritto la storia della Nostra Comunità

1590 – Da questa data è possibile risalire alla sequenza dei sacerdoti che hanno operato con sede nella Chiesa di S. Maria di Non. Ne riportiano i nomi, a testimonianza della lunga presenza della chiesa e della grande fede costante vissuta in queste contrade:

il crocifisso di legnoRettore Zandro Don Francesco 1590-1591
– Rettore Seraglia Don Francesco 1592-1601
– Curato Perdomo Don Pietro 1602-1605
– Curato Rossellari Don Casparo 1606-1624
– Curato Mombelli Don Giuseppe 1624-1655
– Curato Giacomo Don Francesco 1655-1661
– Rettore Fracaro Don Matteo 1661-1674
Rettore Bianchi Don Pietro 1675-1680
Curato Giacomo Don Francesco 1680-1684
Parroco Cedrini Don Giulio 1684-1700. Sepolto nel coro della chiesa.

la statuta di S. Francesco
Nell’anno 1690, il primo parroco Don Giulio Cedrini, provvide a costruire il presbiterio e l’altare maggiore, aggiungendolo alla piccola chiesa, costruita secoli prima dai Francescani che già dal 1590 si erano ritirati, e una parte di casa canonica. La chiesa venne così a possedere tre altari: il maggiore, l’altare della Madonna del S. Rosario, l’altare di S. Paolo Apostolo, compatrono della parrocchia. Quello di S. Francesco forse allora non esisteva più.

Parroco Viero D. Roberter 1700-1734
– Parroco Viero D. Matteo 1734-1743 ; sepolto nella tomba sacerdotale in chiesa
– Parroco Fantini D. Antonio 1743-1759 ; Sepolto nella chiesa arcipretale di Thiene
– Parroco Meneghelli D. Giacomo 1759-1777 ; Sepolto nella tomba sacerdotale in chiesa.

LA STORIA SCRITTA NEI CUORI  –  Dal 1760 al 1968

In questo periodo i parroci furono affiancati per la cura delle anime da cappellani.

La Parrocchiale
– Parroco Alberti D. Angelo 1778-1818; sepolto dinnanzi la porta maggiore della chiesa.
Parroco Leonardi D. Giuseppe 1819-1824; nel 1820 costruì il campanile e la casa del cappellano.
– Scotton D. Lorenzo dal 1824; economo e dal 1828 parroco.  Aggiunse otto stanze alla casa canonica.
Morì nel 1870 e fu sepolto nella tomba sacerdotale in cimitero.
Parroco Fracaro D. Giovanni 1871-1881; Fu sepolto in cimitero nella tomba sacerdotale.
Nel 1875 apportò migliorie, alla chiesa e alla casa canonica.
Economo Nani D. Emilio 1908-1909
– Parroco Magarotto D. Pietro 1909-1923; sepolto in cimitero in tomba propria.
– Economo Pilloni D. Oreste 1923
– Economo Dall’Agnol D. Agostino 1923-1924
Parroco Garavello D. Ernesto 1924-1968; Morì nel 1975 ed è sepolto in cimitero nella tomba sacerdotale.

Dal 1968 ai nostri giorni :
Parroco De Agostini D. Mario 1968-1976; Attualmente parroco a Cadoneghe.
Parroco Don Tranquillo Mattarello 1976- 1999; morto nel 2004 e sepolto nel ns. cimitero.
Parroco Don Emilio Moro 1999 ; Il parroco attuale, che vive ed opera con la ns. Comunità.

LA PARROCCHIALE DI S. MARIA DI NON

1912 – La costruzione delle tre navate

la facciata anticaNel 1912 sull’area della vecchia chiesa parrocchiale costruita nel 1690 vennero, per cura del parroco D. Pietro Magarotto, erette le tre navate dell’attuale chiesa come dalla cronistoria:

“Nell’anno del Signore 1911, regnando il pontefice Pio ed essendo Vescovo di Padova Mons. Luigi Pelizzo e re d’Italia Vittorio Emanuele III°; la seconda domenica del mese di luglio giorno 9, il parroco di questa frazione di S. Maria di Non, indisse in chiesa un’adunanza dei padri di famiglia di questa parrocchia per trattare del lavoro d’una chiesa nuova essendo la vecchia assai piccola e cadente e senza alcuna forma di simmetria ed estetica. L’adunanza riuscì a meraviglia perché parteciparono ed accolsero con entusiasmo la proposta del parroco, scegliendo per il lavoro, il disegno presentato dal capomastro Griggio Ferdinando (Primo Bigolo). Quali cespeti di rendita, il parroco propose l’offerta annua tassata d’una lira per campo, da pagarsi in due rate – luglio e ottobre – l’offerta spontanea dei più abbienti e l’opera gratuita dei volonterosi… Fu poi proposta la nomina di una commissione scelta dai padri di famiglia stessi e per voto segreto. Furono votati come componenti la commissione: Agugiaro Silvio di Sante, Piacentini Giobatta fu Carlo, Rigon Romano di Pietro, Bano Modesto Cavinato Luigi, Nicoletti Giacomo, Nicoletti Catterino, Zaramella Angelo, Zaramella Luigi, Zuin Carlo, Marconato Luigi,Marron Giacomo di Carlo. Parteciparono poi alla suddetta commissione il parroco Don Pietro Magarotto e Don Gio Batta Bianchin cappellano.”

… Fu ordinato così un primo vagone di calce alle Nove di Bassano che fu bagnata l’otto agosto successivo ed ebbe un importo di L. 25.350 e si chiuse un contratto col signor Cerutti di Curtarolo per i mattoni, tegole, forati, ecc.”
“… Preparate così le cose principali, ai primi di ottobre dello stesso anno, dopo aver fatto esaminare il disegno dall’Ingegnere Cont. Camposampiero e fatto approvare dalla Curia Vescovile di Padova, si cominciarono i lavori.”

” La commissione assunse come muratori: Griggio Ferdinando, Griggio Dante, Griggio Alberto che poi a metà lavoro passò a lavorare a Padova, Griggio Eugenio che poi passò da Agugiaro, Tosato Luigi che poi abbandonò, Ghion Graziano. Come manovali: Reffo Alessandro… Gorgi Aquino, Zago Riccardo. Più tardi lavorarono ancora come muratori: Tosato Giuseppe, Tosato Antonio, Francato Giuseppe, Meneghelle Primo. Come manovali: Centenaro Emilio, Zuin Emilio, Tonello Pasquale. Come falegnami: Tosato Emilio, Michelon Paolo. La commissione chiuse un contratto per la somministrazione del cemento colla ditta V. Cassetti di Padova… e col tagliapietra Penello Luigi… Intanto finiti nel marzo del 1912 i lavori dei muri laterali, avendo la commissione deciso di continuare il lavoro, dovette contrarre un prestito di 8.000 lire e lo contrasse col signor Luigi Rigon (di S. Maria di Non ma domiciliato a Padova) al 4,5% di interessi. Con detta somma i lavori procedettero a gonfie vele, si gettarono in cemento armato le colonne, i modiglioni e travi delle navate ecc. Così che in uno spazio di appena 9 mesi fu incominciata e messa al coperto. Il costo totale della chiesa fu di lire 20.117.”

E’ interessante rilevare dalle note del parroco, i frequenti straripamenti del Brenta che certo furono sempre responsabili del permanere di umidità e della rapida fatiscenza della chiesa.

“L’ 1 ed il 2 Novembre 1923 ebbimo l’alluvione del Brenta – dice don Magarotto – ed io vidi per la prima volta l’acqua attorniarmi per la casa e mi trovai isolato da tutto il paese; per fortuna la chiesa fu libera e potemmo celebrare…”
“…Altra volta ebbimo l’acqua (nel gennaio 1915) e passammo poi un inverno umidissimo …” “Intanto eravamo in pieno stato di guerra e nel 1916-17-18-19 non feci altro in chiesa, per mancanza di mezzi e perché quasi tutti gli uomini abili al lavoro furono chiamati alle armi.”
“Dopo la ritirata delle nostre truppe da Caporetto il paese di S. Maria di Non fu invaso da truppe di vari colori”.

UNA CHIESA FATTA DI PIETRE VIVE

Dal cronistorico parrocchiale

la navata prima del restauro“Nella mattina del 27 luglio 1924 ore 4,30 – di Domenica – fece il suo privato ingresso, il nuovo parroco Don Ernesto Garavello, ex cappellano di Pieve di Curtarolo, succedendo al defunto parroco D. Pietro Magarotto …”

“… 26 aprile 1926 (lunedì). In sedute anteriori venne stabilito dal parroco, fabbriceri e comitato, di terminare la chiesa parrocchiale sul disegno dell’ingegnere di Camposampiero, Nobile Gherardo e precisamente di costruire il coro. Il disegno della nuova chiesa era stato già approvato dalla Rev.ma Curia Vescovile di Padova dal 1911…”

“Per la costruzione del nuovo coro votarono : parroco D. Ernesto Garavello, i fabbricieri Zaramella Giacomo, Zaramella Filippo, Cavinato Modesto. Comitato pro erigendo coro: Agugiaro Silvio, Rigon Ermengildo, Bano Modesto, Nicoletti Zenone per Giacomo,Nicoletti Luigi per Caterino, Paccagnella Giacomo, Pinton Giuseppe, Zuin Carlo, Caregnato Luigi, Agugiaro Ernesto, Donato Luigi, Mazzon Giacomo, Finco Silvio, Casarotto Angelo. Fu assunto come capomastro Griggio Ferdinando.”
“Venne stabilito, in un’adunanza del 22 aprile, di incominciare i lavori. In cassa allora vi erano lire 15.641,20. E il giorno 26 Aprile, si innalzò un muro in chiesa da chiudere il coro vecchio e la sacrestia; nel seguente giorno si diede così principio al nuovo coro. La popolazione corrispose sempre con opere gratuite di manovali e di trasporto di materiale”.

“2 settembre 1926 (sabato). Un gravissimo infortunio sul lavoro del coro accade in mattinata. Alle ore 10 antimeridiane il manovale Battistella Romano, nel rifare un’armatura nell’arco dell’absìde, cadde dall’altezza di 17 metri. Trasportato subito dall’automobile di Agugiaro Silvio all’ospedale di Padova, alle ore 13 cessava di vivere ”

l'interno dopo il restauro

Il coro fu inaugurato il 5 giugno 1927 con benedizione, celebrazione solenne e ammissione alla prima comunione di 30 bambini. Nello stesso giorno si inaugurò il capitello di San Francesco che si nota allo incrocio delle vie Tessara con Ca’ Ferri e che contiene l’antica statua, conservata fino ad allora, nella chiesa parrocchiale. Mentre la statua della Madonna del S. Rosario in pietra, fu posta in venerazione nel capitello travia Papa Giovanni XXIII e Via Fiume nel 1923, anno in cui fu sostituita nella parrocchiale con l’immagine dell’Immacolata di Lourdes. Dalle note conservate nell’archivio parrocchiale è possibile seguire l’opera costante che i modesti edifici sacri subirono in età moderna per la loro manutenzione, il loro ampliamento ed abbellimento, in merito di una forza semplice e grande come la fede che la originava, contrasto invidiabile con le estreme condizioni di povertà, che le pur scarse notizie storiche rivelano. Così nell’anno 1942 il parroco Garavello D. Ernesto iniziò i lavorì di finitura della chiesa parrocchiale: intonaco e soffitto del presbiterio, intonaco e soffitto delle navate, marmorino alle colonne, decorazione del la chiesa, opera dei fratelli Giacomello di Saonara. I lavori di finitura furono diretti dall’ing. Brunetta: fu restaurato il grande crocifisso del 1700, riparato l’organo dai fratelli Pugina di Padova, fu costruito l’altare maggiore del prof. Donazzan Lorenzo di Piove, su disegno dell’ing. Brunetta, infine furono riparati i danni del bombardamento del 29 aprile 1945. Nell’anno 1946, con parte dei marmi del vecchio altare maggiore, venne eretto a Tessara un capitello ricordo.

Sono da ricordare alcune altre opere dell’impareggiabile parroco Garavello, di capitale importanza ed utilità al bene della comunità parrocchiale: nel 1934 demolendo la vecchia casa canonica, costruita dallo Scotton e dal Fracaro, eresse la nuova; nel 1938 riparò il santuario di Tessara e aggiunse due navate laterali; nel 1944 edificò la casa della dottrina cristiana e la sala teatro, demolendo la vecchia casa canonica del Cedrini. Ultimate tutte le finiture l’8 settembre 1945, la chiesa parrocchiale di S. Maria di Non fu consacrata dal vescovo di Padova S.E. Mons. Carlo Agostini.

UNA CHIESA FATTA DI PIETRE VIVE

Altri interventi dopo l’alluvione del 1966

l'antica facciata

L’usura del tempo e la grande alluvione del 1966 deteriorarono la chiesa in modo tale da renderla indecente dimora della casa di Dio, ragion per cui tutta la comunità parrocchiale sentì il dovere di provvedere ad un’adeguata ristrutturazione e al suo abbellimento, a testimonianza di una secolare pietà e fede, ereditata dai padri e da tramandarsi ai figli.  Così il Consiglio Pastorale Parrocchiale deliberò nel marzo del 1988 di dare inizio ai lavori. Il consiglio era composto da : Dalla Vigna Bruno, Borsato Rino, Pinton Alfonso, Badin Pio, Zaramella Giancarla, Dalla Vigna Fabrizio, Zaramella Cristina, Turcato Giorgio, Tosato Luciano, Zanovello Omero, Zanon Roberto, Dalla Vigna Palmiro, Zuin Longino, Tosato Remigio, Zaramella Pietro, Cappellari Graziano, Bragagnolo Luigi, Meneghin Luigi, Caregnato Stefano, Dalla Vigna Luciano, Nicoletti Guerrino.

Il Comitato fu concordemente invitato a programmare e deliberare quali opere eseguire, in conformità alle esigenze della riforma liturgica, apportata dal Concilio Vaticano II° ed in concomitanza con le norme prescritte dalla Commissione Diocesana per l’Arte Sacra, il sig. Visentin arch. Guido, di provata esperienza e di chiara fama nazionale. Egli chiamò ad assistere ai lavori il sig. Nicoletti geom. Bruno, coadiuvato a sua volta dal sign. Caregnato geom. Angelo e dal sign. Mazzon arch. Nico. Dopo ripetuti incontri e studi, avendo inter-pellato alcuni competenti in materia, si deliberò di procedere ai seguenti lavori:

  • scavo del pavimento per 90 cm. e deposito di ghiaione;
  • impermealizzazione con stesura di tubatura per il riscaldamento e costruzione del locale caldaia;
  • taglio di tutti i muri con isolante; abbattimento degli intonaci erosi dall’umidità;
  • impianto nuovo per l’illuminazione; impianto nuovo per l’amplificazionne;
  • pavimentazione in marmo rosso rosa; biancone di Asiago;
  • porte in noce nazionale; finestre delle adiacenze, in alluminio con vetro camera;
  • scale in ferro per accedere ai matronei;
  • riparazione del tetto  (gran parte in rame) previa impermealizzazione;
  • riapertura di quattro finestroni dietro il coro con vetri soffiati in vetrocamera;
  • riparazione ed elettrificazione dell’organo; restauro della pala d’altare del 1600;
  • riparazione del campanile con elettrificazione delle campane già esistenti di cui una del 1848;
  • tinteggiatura nuova; confessionali nuovi in noce nazionale;

I lavori iniziarono il 2 maggio 1988 :

  • Alle opere murarie e all’assistenza dei lavori, fu incaricato il sign. Griggio Paolino.
  • L’impianto termoidraulico fu affidato al sign. Bagarollo Renato (su disegno ed assistenza dell’ing. Curculacos)
  • L’impermeabilizzazione fu affidata al sign. Cavinato Giorgio;
  • la tinteggiatura al sing. Speri Licinio da Verona;
  • il taglio dei muri al sign. Tondin; le porte in legno al sign. Zambon Romeo;
  • i lavori in ferro ed alluminio ai sigg. Schievano Bruno e Dino;
  • i marmi per il pavimento al sig. Grassi Vittorio & figlio di Nanto (VI);
  • la pietra di Vicenza per gli altari al sig. Grassi Achille di Nanto (VI);
  • i lavori di lattoniere ai fratelli Battiston;
  • la riparazione dell’organo al sign. Pietro Giacon;
  • l’elettrificazione delle campane al sign. Fagan Adone da Marolla (VI);
  • ‘impianto d’amplificazione al sign. Gobbetto Paolo;
  • i banchi in noce al sìg. Busatto Sergio da Badoere (TV);
  • I confessionalì in noce ai sigg. Ardini, su disegno di Zanovello Omero.

UNA CHIESA FATTA DI PIETRE VIVE

L’ inaugurazione ed i festeggiamenti

il Vescovo Mattiazzo

I lavori dell’interno della chiesa furono ultimati nel dicembre del 1989 ed il l° gennaio 1990 il vescovo S.E. Mons. Mattiazzo Antonio procedeva, accolto da una folla di popolo, alla benedizione delle opere eseguite di ristrutturazione ed abbellimento, complimentandosi con la popolazione per la generosità e l’amore dimostrato verso la propria chiesa, resa ora decoroso monumento di fede e pietà. Il parroco, Don Tranquillo, per dimostrare la propria riconoscenza alla comunità tutta, per avere in pochi anni affrontato tre considerevoli ed impegnativi traguardi: l’estinzione di un vecchio debito contratto con la costruzione dell’Asilo infantile, la sistemazione esterna ed interna del Santuario di Tessara ed infine la radicale ristrutturazione sia della chiesa che delle adiacenze, secondo le ultime tecniche; indisse per il 25 aprile 1990, la giornata della Comunità parrocchiale, invitando Sua Eminenza Mons. Cardinale Silvio Oddì a concelebrare con tutti i sacerdoti del vicariato e a complìmentarsi con la popolazione tutta di S. Maria di Non. La sempre valida ed efficientissima “Schola Cantorum” della parrocchia eseguì per l’occasione una S. Messa, composta dal maestro Garavello Augusto e nella serata stessa si esibì con un programma corale anche con l’intervento degli organisti sign. Rossetto maestro Roberto e la sign.na Zambon Rag. Marta, il tutto alla memoria di coloro che vollero costruita questa chiesa e in onore e lode di tutti coloro che nel 1990 la vollero abbellita.

Il contributo dell’amministrazione

Nel prendere atto dell’eccezionale impegno assunto da parte della Comunità, nel lavoro di ristrutturazione della propria chiesa, l’Amministrazione Comunale volle concorrere all’opera di abbellimento anche esterno con il rifacimento del sagrato: lavoro in porfido e trachite, su progetto del sig. Gottardo arch. Giancarlo ed eseguito dall’impresa Gerotto Lino.L’ Amministrazione Comunale che deliberò quest’intervento era composta dai seguenti membri: Badin Pio, Bonin Mario (assessore), Borsato Bruno, Breda Carlo, Cappellari Virginio, Cusinato Riccardo, Dal Moro Raffaella (assessore), Favaretto Dino, Griggio Nadia, Longo Renato (assessore), Mazzon Adriano, Negrin Italo, Nicoletti Bruno, Peruzzo Lorenzo (assessore), Renaldin Ugo (vice-Sindaco), Saggion Carlo, Sarzo Francesco, Zanovello Rodolfo (assessore), Zaramella Fernando, Zaramella Stefano (Sindaco).

Bibliografia e Materiale Fotografico

Questi frammenti di Storia sono stati ricavati dalle seguenti fonti:

  • Registri di Battesimo dal 1684-1900
  • Ricerche eseguite dal Parroco Don Ernesto Garavello
  • Appunti estratti dalla : “Cronistoria dell’Archivio parrocchiale”
  • Cenni tratti dal Voilume “Territorio Padovano” di A. Gloria
  • Archivio Curia Vescovile di Padova
  • Ricerca fatta dal sig. Zanon ing. Roberto e dalle sigg.ne Zanovella Antonella e Elisabetta.
  • Foto in bianco e nero eseguite dai Sigg. Mazzon Nico e Caregnato Angelo.
  • Foto a colori ed in digitale eseguite da Pagnin Tommaso.